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La terra trema Siamo
solidali con le popolazioni colpite dal terremoto che oramai da mesi si
ritrovano in condizioni drammatiche, anche perché lo sciame sismico continua
a manifestarsi con particolare violenza. Il governo si ritrova sul capo una
responsabilità pesante, quale quella di prestare soccorsi immediati e di
progettare un futuro vivibile per chi ha perso ogni bene mobile. Non saremo
certo noi, in frangenti di questo genere, ad aprire polemiche dal sapore
propagandistico e anzi, chiediamo alle opposizioni di moderare i toni e
soprattutto di risparmiarsi battute inopportune e disdicevoli, che purtroppo
ci sono state. Serve un grande sforzo comune e ognuno ha la sua parte da
portare, secondo le sue responsabilità ed i suoi doveri. Quello che però deve
essere chiaro è l’esatta situazione che si deve affrontare, senza
infingimenti di sorta, perché quello che possiamo oggi scontare al governo
davanti alle oggettive e gravi difficoltà, non potremo dimenticarlo domani.
Siamo sicuri che tutto quello che è stato distrutto, possa essere
ricostruito? Abbiamo ascoltato gli esperti di sismologia dirsi stupiti dalla
continuità delle scosse, una causalità non prevista e non prevedibile. Chi
può assicurare che una ricostruzione nelle zone colpite non possa rivelarsi
predestinata ad una futura rovina? Su questo il governo farebbe bene a farsi
delle domande. Vi è poi, non certo secondaria, la questione dei fondi. Il
governo ha ostentato una certa sicurezza nell’affermare che le risorse
finanziarie per la ricostruzione vi sono e pure sufficienti. Non si capisce
allora per quale ragione i mezzi di informazioni chiedano costantemente
sottoscrizioni private per ricostruire le scuole. Ospedali e scuole
dovrebbero essere con le abitazioni, le prime necessità da affrontare. Se
serve il contributo volontario dei cittadini e con l’urgenza paventata
dall’insistenza della richiesta, vi sarebbe da temere che invece queste
risorse non ci siano o non siano affatto sufficienti. Attenzione a non
scherzare su questioni di tale delicatezza nazionale. Almeno in momenti del
genere, dal governo ci attendiamo una prova di serietà. Roma, 19
gennaio 2017 |
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